Sulla strada per Rouen, è impossibile non fare tappa a Giverny, quel grazioso villaggio che, legato alla pittura, è diventato sinonimo dell’impressionismo. Giorgio, che è un grande appassionato d’arte, spesso a Torino visita mostre di pittori e mi coinvolge sempre. Visitare Giverny è stato come entrare in una tela del maestro dell’impressionismo: la casa di Monet e il suo giardino sono una meraviglia. Glicini, bambù, ibisco, rose… che paradiso! Abbiamo scoperto, discutendo con l’addetto della boutique, che i fiori cambiano a seconda della stagione e che, di stagione in stagione, tutte le piante del giardino vengono rinnovate. “Che lavoro straordinario”, sottolinea Giorgio. Mi piacerebbe ritornare in giugno per vedere l’agapanto e la lavanda in fiore! Per completare questa visita, siamo stati al Musée des Impressionnismes che si trova nello stesso villaggio. Una visita piacevole dove si possono le tele di pittori impressionisti o che sono stati influenzati da questa corrente artistica. “Mi è piaciuta molto la mostra e, grazie al dépliant in italiano, ho potuto apprezzare le opere esposte e capirne il significato”, commenta mio marito uscendo. Dopo una breve passeggiata nel villaggio, ripartendo io e Giorgio eravamo molto soddisfatti della visita: il villaggio di Giverny è veramente unico.
Rouen, la città dai 100 campanili
Siccome era sul percorso, ho chiesto a mio marito di fare una rapida sosta a Vernon per un selfie e una foto al Vieux-moulin: è talmente pittoresco! Arrivati a Rouen, abbiamo visitato la cattedrale. Giorgio era impaziente di vederla perché, oltre ad essere stata immortalata nella famosa serie di quadri di Monet, “il coro della cattedrale”, diceva leggendo la nostra guida, “ospita le tombe dei duchi di Normandia, tra cui il fondatore del ducato, Rollone, e il cuore di Riccardo Cuor di Leone, re d’Inghilterra e duca di Normandia”. Uscendo, la facciata della Cattedrale baciata dal sole è ancora più bella e Giorgio, mi dice “Elisabetta, capisco perché Monet ha dipinto la cattedrale là, dove ora c’è l’ufficio del turismo, in tanti momenti diversi della giornata: la mattina presto, a mezzogiorno, la sera, ma anche al crepuscolo o nella nebbia. Ciò che lo interessava non era rappresentare la cattedrale in sé, ma evidenziare gli effetti delle variazioni di luce sulla facciata”. Entusiasta dalle spiegazioni di Giorgio, consultando la mia guida leggo che il maestro dipingeva così vicino che non riusciva a vedere l’intero edificio!
Abbiamo passeggiato per le vivaci vie di Rouen, visitando il Gros-Horolge e il Vieux-Marché, dove venne messa al rogo Giovanna d’Arco. Una città davvero bella con un patrimonio artistico ricchissimo e molto interessante.
L’ultima tappa della giornata è stata Lyons-la-Forêt, un villaggio normanno molto bello con colorate case a graticcio a soli 40 km da Rouen. Abbiamo apprezzato di concludere la giornata in questo posto tranquillo dove, alla “Licorne” abbiamo potuto cenare e soggiornare. Per la cena ci hanno servito un piatto di alta cucina, curatissimo e dai gusti raffinati che ci ha conquistato e Giorgio ha apprezzato l’ampia scelta dei vini e il servizio impeccabile.