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Mi presento, sono Elisabetta e insieme a mio marito Giorgio siamo due sessantatreenni che, dopo aver lavorato una vita io in una azienda di assicurazioni e mio marito in una grande azienda automobilistica torinese… pensiamo di meritarci la pensione, un po’ riposo e di vita romantica lontano dal solito tran-tran di tutti i giorni…e soprattutto viaggiare!

Abbiamo organizzato il nostro viaggio in Normandia, alla ricerca delle cose che preferiamo: cibi gustosi e genuini, una vacanza rilassante e, perché no, romantica. Visitare i villaggi normanni, ricchi di charme e tanto caratteristici, che avevamo visto su internet o sulle foto dei nostri amici che, prima di noi, erano stati in questa splendida terra… ci entusiasmava molto! “Quelle case a graticcio, come sono originali…”, mi diceva Giorgio mentre abbozzavamo il nostro itinerario. Abbiamo cercato di includere tanti villaggi incantevoli dai paesaggi pittoreschi e… questo viaggio non ci ha deluso: bellissimi panorami, luoghi stupendi e grande gastronomia! Ecco il nostro itinerario. 

1.

Villaggi caratteristici e paesaggi mozzafiato (1° giorno)

Sulla strada per Rouen, è impossibile non fare tappa a Giverny, quel grazioso villaggio che, legato alla pittura, è diventato sinonimo dell’impressionismo. Giorgio, che è un grande appassionato d’arte, spesso a Torino visita mostre di pittori e mi coinvolge sempre. Visitare Giverny è stato come entrare in una tela del maestro dell’impressionismo: la casa di Monet e il suo giardino sono una meraviglia. Glicini, bambù, ibisco, rose… che paradiso! Abbiamo scoperto, discutendo con l’addetto della boutique, che i fiori cambiano a seconda della stagione e che, di stagione in stagione, tutte le piante del giardino vengono rinnovate. “Che lavoro straordinario”, sottolinea Giorgio. Mi piacerebbe ritornare in giugno per vedere l’agapanto e la lavanda in fiore! Per completare questa visita, siamo stati al Musée des Impressionnismes che si trova nello stesso villaggio. Una visita piacevole dove si possono le tele di pittori impressionisti o che sono stati influenzati da questa corrente artistica. “Mi è piaciuta molto la mostra e, grazie al dépliant in italiano, ho potuto apprezzare le opere esposte e capirne il significato”, commenta mio marito uscendo. Dopo una breve passeggiata nel villaggio, ripartendo io e Giorgio eravamo molto soddisfatti della visita: il villaggio di Giverny è veramente unico.

Rouen, la città dai 100 campanili

Siccome era sul percorso, ho chiesto a mio marito di fare una rapida sosta a Vernon per un selfie e una foto al Vieux-moulin: è talmente pittoresco! Arrivati a Rouen, abbiamo visitato la cattedrale. Giorgio era impaziente di vederla perché, oltre ad essere stata immortalata nella famosa serie di quadri di Monet, “il coro della cattedrale”, diceva leggendo la nostra guida, “ospita le tombe dei duchi di Normandia, tra cui il fondatore del ducato, Rollone, e il cuore di Riccardo Cuor di Leone, re d’Inghilterra e duca di Normandia”. Uscendo, la facciata della Cattedrale baciata dal sole è ancora più bella e Giorgio, mi dice “Elisabetta, capisco perché Monet ha dipinto la cattedrale là, dove ora c’è l’ufficio del turismo, in tanti momenti diversi della giornata: la mattina presto, a mezzogiorno, la sera, ma anche al crepuscolo o nella nebbia. Ciò che lo interessava non era rappresentare la cattedrale in sé, ma evidenziare gli effetti delle variazioni di luce sulla facciata”. Entusiasta dalle spiegazioni di Giorgio, consultando la mia guida leggo che il maestro dipingeva così vicino che non riusciva a vedere l’intero edificio!
Abbiamo passeggiato per le vivaci vie di Rouen, visitando il Gros-Horolge e il Vieux-Marché, dove venne messa al rogo Giovanna d’Arco. Una città davvero bella con un patrimonio artistico ricchissimo e molto interessante.

L’ultima tappa della giornata è stata Lyons-la-Forêt, un villaggio normanno molto bello con colorate case a graticcio a soli 40 km da Rouen. Abbiamo apprezzato di concludere la giornata in questo posto tranquillo dove, alla “Licorne” abbiamo potuto cenare e soggiornare. Per la cena ci hanno servito un piatto di alta cucina, curatissimo e dai gusti raffinati che ci ha conquistato e Giorgio ha apprezzato l’ampia scelta dei vini e il servizio impeccabile.

2.

Il villaggio con il fiume più breve di Francia (2° giorno)

Il mattino seguente ripartiamo per Veules-les-Roses, un romantico villaggio attraversato dal fiume è il più breve della Francia. “Sono molto curioso”, mi dice Giorgio, “di vedere questo villaggio, uno dei più belli di Francia, perché da quanto ho letto lungo la Veules troveremo un’architettura variegata con mulini, ville sul mare, casolari di paglia pieni di fiori e una chiesa classificata monumento storico”. Il villaggio è come me lo aspettavo, una vera cartolina. Con più tempo a disposizione ci sarebbe piaciuto percorrere i sentieri per passeggiate ed escursioni alla scoperta dell’altopiano di Caux Maritime. In ogni caso, consiglieremo ai nostri amici di visitare questo villaggio pieno di fascino!

Proseguiamo per Étretat per ammirare le famose scogliere al tramonto: quanto è affascinante questo famoso tratto di costa normanna! Rivediamo la cittadina dopo tantissimi anni ma i ricordi sono svaniti ed è come visitarla per la prima volta. “Le cartoline e le foto non gli rendono giustizia!” esclama mio marito. Sono d’accordo con lui, è un paesaggio stupendo!

Potevamo scegliere di pernottare a Fécamp, Étretat o Veules-les-Roses, ma siamo rimasti talmente attratti da questo grazioso villaggio che abbiamo deciso di posare qui le nostre valige e passare una serata meravigliosa, prima una cenetta sul mare poi una lenta passeggiata ristoratrice.

Il villaggio con il fiume più breve di Francia (2° giorno)
© Fotolia.com
3.

Dall'Abbazia benedettina di Le Bec Helluin al romantico villaggio di Beuvron-en-Auge (3° giorno)

L’indomani partiamo per Le Bec Hellouin. Il paese è costruito, attorno alla millenaria abbazia benedettina di Notre-Dame du Bec, Arrivando si nota subito la bellezza di questo villaggio. “È molto caratteristico, le tipiche case a graticcio, sono molto ben tenute e colorate”, dice Giorgio. Il paesino è costruito attorno alla millenaria abbazia benedettina di Notre-Dame du Bec. “L’abbazia è molto ben conservata”, osserva mio marito, mentre passeggiamo per il grande parco con alberi secolari. Siamo entrati nella chiesetta quando era in corso la celebrazione della messa cantata a cappella: abbiamo vissuto un momento di spiritualità emozionante.

Dopo aver visitato l’Abbazia, proseguiamo per Beuvron-en-Auge, un tipico villaggio dall’architettura tipica della regione. La piazza centrale e il mercato coperto sono circondate da case magnifiche dalle travature in legno. Un villaggio autentico che ci è particolarmente piaciuto, con tanti negozi di antiquariato che danno ancora più fascino a questo paese. Dopo una romantica passeggiate per il borgo, abbiamo percorso una parte della strada del sidro che attraversa la città. “Tutto sembra fatto apposta per passare una romantica giornata insieme”, mi dice Giorgio. In effetti, tra le case a graticcio e il paesaggio circostante, l’aria è particolarmente romantica. Pernottiamo nel grazioso villaggio di Beuvron.

4.

Barfleur, un delizioso borgo di pescatori (4° giorno)

Il mattino seguente, dopo una colazione da favola, ripartiamo con destinazione Barfleur.
Lungo la strada una sosta obbligata a Colleville-sur-Mer: un luogo tristemente famoso per il grande cimitero americano. L’enorme prato verde con tantissime croci bianche allineate a perdita d’occhio, ci rende tristi e pensierosi; dobbiamo ringraziare e soprattutto ricordare queste migliaia di giovani che hanno attraversato l’oceano e sono venuti qui a morire per la nostra libertà. Giorgio voleva passare per Sainte-Mère-Eglise per vedere la chiesa e il campanile dove rimase appeso il paracadutista John Steele, ma abbiamo preferito proseguire.

Arrivati a Barfleur, abbiamo fatto un primo passaggio al porto attorno al quale è stato realizzato questo affascinante borgo di pescatori con belle case di granito grigio. “Non c’è da stupirsi che numerosi pittori, come Signac, abbiano immortalato questo porto“, commenta Giorgio. Dopo una pausa pranzo a base di cozze “Blonde de Barfleur” in un ristorantino della città, decidiamo di andare a vedere a Gatteville, in lontananza, l’impressionante faro. Una vera cartolina!
Per concludere la giornata, abbiamo pernottato a Barfleur. “Una giornata ottimamente trascorsa, non c’è che dire, ne valeva la pena!”, conclude Giorgio.

 

Barfleur, un delizioso borgo di pescatori (4° giorno)
Porto di Barfleur © Olivier Magherini - Fotolia.com
5.

Saint-Cénéri-le-Gérei, un luogo ricco di fascino (5° giorno)

Prima di dirigerci verso Saint-Cénéri-le-Gérei, abbiamo deciso di fare una deviazione per visitare Cherbourg-Octeville: ho insistito per una visita rapida a questa città perché, ancora oggi, ricordo con piacere il film musicale “Les parapluies de Cherbourg” con una giovanissima Catherine Deneuve e un altrettanto giovanissimo Nino Castelnuovo. Che emozione riconoscere alcuni dei luoghi in cui fu girato il film! Arrivati a Saint-Cénéri-le-Gérei ci troviamo di fronte un luogo ricco di fascino e capiamo perché fu fonte d’ispirazione per tanti pittori come Corot e Courbert. Abbiamo ammirato il ponte pittoresco le belle case in pietra costruite intorno alla chiesa romanica dell’XI secolo, che custodisce alcuni affreschi molto belli del XII secolo. Attraversando il fiume Sarthe, davanti all’affascinante cappella del XV secolo, abbiamo scoperto la leggenda della sua fontana miracolosa, nascosta nel verde: secondo la leggenda, la sorgente che dissetò Saint Ceneri e il suo discepolo, ha proprietà curative, si dice che curi certe malattie degli occhi. “Ha un nonsoché di fatato, questo posto”, dice Giorgio. Questa giornata, dedicata alla visita di un villaggio che giustamente figura nell’elenco dei più bei villaggi di tutta la Francia, la ricorderemo certamente a lungo.
Per concludere la giornata, alloggiamo a Saint-Cénéri.

Saint-Cénéri-le-Gérei, un luogo ricco di fascino (5° giorno)
© J.E Rubio

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